Q1, 2016 – Tutela donne: il punto di vista europeo
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La tutela della salute e sicurezza delle donne sul lavoro
di Christa Sedlatschek
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Una maggiore partecipazione delle donne è fondamentale per avere una
forza lavoro, moderna e produttiva nell'Unione Europea (UE). Tale
indicazione è stata riconosciuta, tra l’altro, in modo specifico nella
strategia della Commissione Europea ‘Europa 2020’ per la crescita,
indicando proprio l’incremento dell'occupazione femminile come un
requisito fondamentale per lo sviluppo economico.
Se è pur vero che la maggior parte degli Stati membri ha già raggiunto
l’obiettivo di un tasso di occupazione femminile superiore al 60%, tuttavia,
per ottenere i benefici di un aumento della partecipazione delle donne al
mondo del lavoro realizzato in maniera sostenibile, bisognerà garantire
sempre più che le donne e gli uomini siano ugualmente protetti da infortuni
sul lavoro e malattie.
Attualmente, la tutela della salute e sicurezza sul lavoro (SSL) delle
donne è influenzata dalla disuguaglianza di genere nel mercato del lavoro
e dalla società nel suo complesso: inoltre, molti dei problemi che possono
rendere pericoloso il lavoro per le donne sono stati costantemente
sottovalutati e solo di recente hanno iniziato a venire alla luce. Di fatto, la
forza lavoro nell'UE continua ad essere altamente segregata per sesso, con
uomini e donne fortemente sovrarappresentati o sottorappresentati nei
diversi settori e nei diversi tipi di impiego. Questo deriva anche dal fatto
che, storicamente, si è supposto che i ruoli maschili siano più pericolosi e
più impegnativi, sia fisicamente che mentalmente, rispetto a quelli delle
donne: proprio questa considerazione si dimostra lenta ad essere
modificata, nonostante, come vedremo, vi siano sempre più prove che
contestano questa ipotesi.
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Direttore della Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro (European Agency for Safety and
Health at Work - EU-OSHA).