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Il Quaderno di ricerca Inail n.14 approfondisce il tema della capacità di un’organizzazione di rispondere agli eventi imprevisti, prevedere rischi e opportunità e imparare dall’esperienza
L’esigenza di enfatizzare il valore della resilienza nasce dal presupposto che i tradizionali sistemi di gestione della sicurezza non risultano più sufficienti in caso di pericoli non conosciuti o non previsti. Per questo, bisogna ricorrere alla capacità di resistenza degli individui a fatti imprevisti che, mutuando dall’ambito ingegneristico, in psicologia e sociologia viene detta “resilienza”. Ricordiamo che, la definizione di resilienza, secondo l’approccio della resilience engineering (letteralmente traducibile come “ingegneria della resilienza”), è la capacità di un’organizzazione di rispondere agli eventi, di monitorare quello che accade, di saper prevedere rischi e opportunità e, infine, di imparare dall’esperienza passata.
Con questa premessa Inail ha finanziato tramite il bando transnazionale SAF€RA 2014 il progetto di ricerca “Promoting safety through resilient organization managers” (Promuovere la resilienza attraverso dirigenti di organizzazione resilienti). Da questa esperienza è nato un testo, pubblicato all'interno della collana “Quaderni di ricerca Inail” con il numero 14. Il volume rappresenta uno strumento a disposizione dei ricercatori e dei ruoli professionali dell’Istituto per rendere pubblici i risultati più rilevanti delle loro attività e che accolgono anche contributi di ricercatori esterni, che partecipano ai progetti dell’Inail.
Il quaderno intende rispondere alla necessità di alcune organizzazioni di affiancare alla gestione della sicurezza lo sviluppo della resilienza per reagire agli imprevisti, gestire pericoli non noti, affrontare emergenze superiori a quelle pianificate. In esso viene proposta l’analisi dei possibili comportamenti basati sulla capacità di un individuo di reagire adeguatamente a un imprevisto che mini la sicurezza, e determina schemi di comunicazione e collaborazione tra diversi livelli, dall’operaio al dirigente, sulla base dei quali il singolo o il gruppo possano intervenire evitando l’accadimento di incidenti o riducendone le conseguenze.
«È un fatto riconosciuto da alcuni anni che i sistemi di gestione della sicurezza non sono semplicemente un insieme razionale di procedure ed istruzioni operative, ma che devono sfruttare anomalie e mancati incidenti segnalati dai lavoratori, nonché non conformità rilevate negli audit, per aggiornarsi dinamicamente rispetto ai rapidi cambiamenti delle tecnologie, dei mercati, del contesto sociale e di lavoro e delle normative di sicurezza e di prodotto. I sistemi di gestione della sicurezza presuppongono comunque che ci sia, o ci possa essere, una buona conoscenza di tutti i pericoli. Per stare al passo con cambiamenti sempre più rapidi, reagire a difficoltà impreviste, gestire pericoli non ancora conosciuti, affrontare emergenze superiori a quelle pianificate, le sole procedure, per quanto dinamiche ed aggiornate, non sono sufficienti e occorre ricorrere a specifiche conoscenze, capacità e risorse che consentano di reagire in modo adeguato a difficoltà inaspettate. In una sola parola bisogna sviluppare la resilienza delle organizzazioni per gestire tutti i rischi ordinari e straordinari. Questa necessità non c’è solo in organizzazioni che devono lavorare con le emergenze» è scritto in premessa.
Riconoscendo l’importanza di questa nuova tematica, l’Inail, assieme agli enti omologhi europei ha voluto inserire l’argomento nel bando transnazionale lanciato nel 2014. In esso la questione “resilienza” era associata a quella del sistema di gestione. «È essenziale esplicitare che lo sviluppo della resilienza è una possibilità in più per superare i limiti dei sistemi di gestione, i quali, quando i pericoli sono ben noti o comunque ben conoscibili, restano sempre la via maestra per ridurre gli infortuni e prevenire le malattie professionali» segnala il Quaderno.
Nel testo, oltre ad analizzare il valore della resilienza e la sua declinazione nelle diverse discipline, viene presentato anche un modello integrato di NTS per la resilienza e una definizione di un intervento formativo per manager resilienti.
Di fatto, l’oggetto di questo contributo si basa sul modello della Matrice della Resilienza, da cui deriva il ciclo della resilienza. Esso descrive le dinamiche utili per garantire elevati livelli di sicurezza e prestazione in una organizzazione socio-tecnica. «Un manager resiliente deve possedere ottime competenze tecniche, grazie alle quali saprà costruire una chiara rappresentazione del sistema e delle sue dinamiche, ma deve anche saper notare segnali deboli, gestire situazioni critiche e produrre adattamenti compensatori in caso di perturbazioni alle normali operatività. Le competenze tecniche sono normalmente apprese durante il percorso formativo del manager e in seguito consolidate durante interventi di formazione continua al fine di definire sempre meglio il profilo professionale specifico per il contesto operativo in cui lavora. (…) Situazioni complesse richiedono gestioni complesse, capaci di cogliere il meglio delle persone, valorizzando le loro individualità, facilitando il lavoro di squadra, orientando verso le più adeguate soluzioni organizzative per garantire un bilanciamento fra efficacia, efficienza e sicurezza; in una parola, per garantire resilienza» è riportato nelle conclusioni.
Per quanto attiene al trasferimento al sistema della sicurezza del lavoro, si segnala che, per le aziende che operano in sistemi complessi, potrebbe essere interessante inserire questo tipo di formazione nei percorsi di formazione o di aggiornamento. Per gli stabilimenti a rischio d’incidente rilevante sulla figura del RSPP si caricano ulteriori compiti che includono anche il coinvolgimento negli eventi incidentali della popolazione e dell’ambiente esterno. Questo perché lo sviluppo della resilienza può costituire un elemento da includere nella formazione ulteriore prevista dall’ art 14 del D.lgs. 105/2015, oltre a prevedere il coinvolgimento degli RSPP che operano in infrastrutture critiche, dove i problemi della prevenzione di infortuni ed incidenti si sovrappongono alla protezione da attacchi intenzionali, anche informatici, che nel presente contesto sociale e politico debbono essere senz’altro considerati.
Il volume è scaricabile gratuitamente in formato pdf all'indirizzo:
https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/quaderni-di-ricerca/quad-ric-numero-14-settembre-2017.html
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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