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Mauro Torquati è uno di quegli ingegneri che non solo hanno delle idee meravigliose, ma che si applica con dedizione per vederle realizzate. A lui si deve la nascita del progetto Sysmo, un dispositivo che, in un prossimo futuro, potrebbe aiutare a migliorare lo stato di salute delle abitazioni e il loro danneggiamento. Una intervista a cura di Marco Michelli
In occasione del convegno AiFOS "Il rischio sismico: prevenzione e gestione delle emergenze", l'Associazione ha dato spazio a idee, opinioni e progetti inerenti la prevenzione e protezione dal rischio sismico e gli interventi post terremoto. A seguito della loro presentazione, diamo spazio a due ingegneri trentenni che stanno pian piano facendosi conoscere per le loro intuizioni: Mauro Torquati e Cristian Fracassi.
- Mauro, che cosa ti sei inventato?
Intanto non ho ma “abbiamo” (al 50% con Cristian Fracassi) brevettato non una certificazione sismica ma un dispositivo che viene applicato agli edifici per verificarne il danneggiamento e lo stato di salute. Insomma, per tenerne monitorato lo stato di salute nel tempo.
- Parliamo di una sorta di scatola nera per gli edifici? Ci spieghi meglio cosa è Sysmo?
Sysmo è un sistema tecnologico avanzato, in grado di rilevare in tempo reale e comunicare automaticamente all’esterno lo stato di salute del fabbricato. Di fatto, un insieme di sensori, algoritmi di calcolo, programmi, database, certificatori ed innovazione, hanno lo scopo specifico di misurare oggettivamente il danneggiamento subito da una struttura. Le cause di danneggiamento che Sysmo è in grado di monitorare non riguardano soltanto gli eventi eccezionali, quali i terremoti, ma anche tutti quegli eventi che provocano vibrazioni sull’edificio (esplosioni, metropolitane, treni, demolizioni o lavori pesanti nelle zone adiacenti, etc.).
- Parliamo di prospettive molto ambiziose…
Il progetto si prefigge lo scopo di entrare in un più ampio disegno, che implichi il concetto di “resilienza”. Questo perché, a mio avviso, è necessario trasformare le città esistenti in città resilienti. Una città resiliente, infatti, è un sistema urbano che non si limita ad adeguarsi ai cambiamenti in atto, di fronte ai quali le città si stanno dimostrando sempre più vulnerabili, ma è una comunità che si modifica progettando risposte sociali, economiche e ambientali innovative che le permettano di resistere nel lungo periodo alle sollecitazioni dell’ambiente e della storia.
Così, grazie all’automatizzazione del processo e all’interconnettività, sarà possibile creare mappe di interi territori e mantenere sotto controllo in tempo reale lo stato di salute del patrimonio edilizio, aumentando esponenzialmente la sicurezza e la reattività, migliorando fortemente la capacità di gestione delle situazioni di emergenza.
- Come ti è venuta l’idea?
Nel 2012 in occasione del terremoto che ha colpito la regione, sono stato in Emilia, chiamato a fare i sopralluoghi: Il problema, apparte la gestione dell’emergenza in sé (con 8-10 edifici da vedere), è stata la compilazione di schede di rilievo del danno (Aedes) sulla base della sola nostra esperienza “visiva”.
Non avevamo strumenti per legittimare la delicata scelta di definire un’abitazione agibile o non agibile che coinvolgeva le famiglie.
- Uno scenario complicato e che non è migliorato nonostante le scosse degli ultimi tempi?
In caso di evento sismico rilevante, come si è purtroppo visto negli ultimi 10 anni, il Paese ha subito gravi perdite in termini di vite umane e risorse economiche. Molti degli sforzi della ricerca si stanno concentrando ora sulla gestione post sismica.
L’idea di dotare anche le strutture di un sistema intelligente in grado di percepire il proprio stato di salute e comunicarlo all’esterno, come se fosse un essere vivente, è nata durante il terremoto dell’Emilia (2012). All’indomani delle scosse più rilevanti, una serie di squadre di tecnici è stata inviata sul posto per effettuare verifiche visive sullo stato di danneggiamento delle strutture: la principale finalità di tali visite era la definizione di una soglia di danneggiamento delle strutture e conseguentemente il rilascio o meno dell’agibilità. In funzione di ciò una famiglia aveva il permesso di tornare nella propria abitazione, oppure era costretta a trovare una soluzione di ripiego (spesso automobili o tende montate nelle zone verdi circostanti).
Tuttavia, sin da allora, i problemi principali nella gestione di questa tipologia di emergenza sono stati chiari:
- Cristian Fracassi, il tuo amico e collega, ti ha aiutato sullo sviluppo: siete considerabili come dei “geni”?
(ride) Magari no. Diciamo che abbiamo studiato tanto e dall’impegno sono nate queste idee, che speriamo di poter veder crescere.
- Quali le difficoltà?
Non è tanto far recepire l’idea, perché anzi sembra che l’idea piaccia e molto, soprattutto perché ci occupiamo di un tema sensibile e attualissimo.
Al momento, il problema è in primis la difficoltà per noi di fare lo sviluppo, ossia il passare dalla teoria alla pratica. Abbiamo un algoritmo base che va ulteriormente sviluppato e testato. L’elaborazione dei dati è il cuore di tutto il sistema.
Dunque, come ho detto, sviluppare il modello è fondamentale, ed è quello che stiamo facendo, pur con mille difficoltà, anche con la MTM Engineering SRL, società di ingegneria di cui sono socio.
Altro problema è poi l’ottenere informazioni corrette: parlando di danneggiamento è complicato fornire indicazioni valide in merito. Diciamo che abbiamo sviluppato la strada che a nostro avviso è la più corretta. Appena pronto il dispositivo finale puntiamo con il prototipo definitivo a fare test su strutture in scala reale per ottenere una sorta di certificazione.
L’obiettivo è di farlo entro un anno.
- Com’è nata la tua attenzione al mondo dell’innovazione?
Laureato in ingegneria poi dottorato di ricerca in recupero di edifici storici e contemporanei durante il quale ho studiato metodi innovativi per la valutazione sismica di edifici esistenti con il prof Paolo Riva.
- Sysmo in una parola?
Prezioso. E mi auguro possa diventare fondamentale nel futuro, nel caso in cui si utilizzasse in modo diffuso sul territorio.
Per ulteriori informazioni su Sysmo:
mauro.torquati@mtmengineering.it
www.mtmengineering.it/sysmo/
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