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Le riflessioni del Segretario Generale AiFOS, Francesco Naviglio[1], circa un articolo apparso su "la Repubblica" l'8 febbraio
Questa mattina, sull'edizione on-line del quotidiano "la Repubblica", leggo un articolo a firma di Marco Ruffolo riguardante un’inchiesta dal titolo che non lascia indifferenti: Lavoro, la strage nascosta: cento morti dimenticati ogni anno.
All’interno viene posto in evidenza come i dati Inail non rappresentino la globalità, ma solo una parte degli incidenti sul lavoro e quindi anche delle cosiddette morti bianche. Secondo la denuncia del redattore, i dati forniti dall'Istituto sono solo parziali dal momento che non registrano i decessi delle categorie di lavoratori che non rientrano sotto l'egida della tutela Inail. Vale a dire i circa 2 milioni di iscritti ad altri istituti assicurativi (ad esempio le forze armate e di polizia, ma anche i vigili del fuoco), ed ovviamente di tutti i lavoratori in nero.
Da una prima valutazione si può sostenere che quella che il quotidiano indica come «la strage nascosta» è la conseguenza di un costume imprenditoriale ancora avvezzo a lavorare al di fuori delle regole, indulgente nei confronti del lavoro sommerso e incurante delle norme in materia di lavoro e di sicurezza sul lavoro. Queste notizie ci spingono ad aumentare il nostro impegno nel campo della formazione e della consulenza a favore delle imprese, ma al contempo ci impongono di chiedere una maggiore diffusione dell'opera di contrasto da parte degli organismi competenti nella vigilanza nel campo del lavoro sommerso e della sicurezza nei luoghi di lavoro. In questo senso confido nell'operato della neonata Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, ma il discorso è molto più ampio e riguarda il senso civico di tutti noi e un processo di rinnovamento della cultura imprenditoriale e del lavoro. Il nostro Paese, dobbiamo ammetterlo, ha molta strada da percorrere in questa direzione. AiFOS è - e sarà - in prima linea per sviluppare l'impegno etico dei propri associati, siano essi formatori od operatori della sicurezza, e valorizza la cultura della sicurezza come strumento indispensabile per la crescita delle aziende e delle imprese del sistema-Paese.
Concordo pienamente anche con la questione sollevata relativa alla mancanza di un ente pubblico che raccolga i dati complessivi di tutti gli infortuni. È importante colmare questa lacuna, in primis per rendere giustizia e onore ai lavoratori di tutti gli istituti, in secundis per studiare statisticamente da un punto di vista più aderente alla realtà dei fatti il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche. Nel 2017, con tutti i mezzi tecnologici ed informatici di cui disponiamo, non è tollerabile che gli istituti preposti alla tutela dei lavoratori prestino il fianco all'accusa di «cento morti dimenticati ogni anno».
Al contrario, anche a nome dell'Associazione che rappresento, voglio stigmatizzare i dubbi sollevati nell'articolo circa l'attività assicurativa e risarcitoria svolta dall'Inail. «...non tutte quelle denunce saranno alla fine considerate dall'Inail veri e propri infortuni legati al lavoro. In genere, ogni anno, un buon 40% viene scartato, spesso sotto la motivazione di "rischio generico". Ossia poteva capitare a chiunque di morire in quel modo, a prescindere dal lavoro svolto». Queste parole sono avventate e ingenerose nei confronti di un Istituto che dal marzo 1933 svolge nel nostro Paese una impagabile e preziosa attività di prevenzione dei rischi lavorativi, di informazione, di formazione e assistenza in materia di sicurezza e salute sul lavoro, di tutela dei lavoratori contro i danni fisici ed economici derivanti da infortuni causati dall’attività lavorativa e malattie professionali, di supporto alla ricerca, di sperimentazione e sviluppo anche nell'ambito della protesica e della riabilitazione.
Ciò detto, vi invito alla lettura dell'articolo con l'auspicio che stimoli in voi una riflessione critica: http://www.repubblica.it/economia/2017/02/08/news/lavoro_la_strage_nascosta_cento_morti_dimenticati-157888930/
[1] Segretario Generale di AiFOS, Sociologo dell’Organizzazione, Membro del Gruppo di Lavoro UNI CT 042 GL 68 (Figure Professionali in ambito HSE)
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
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