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Una rubrica di approfondimento per conoscere il punto di vista di chi la formazione la fa (e la vive) ogni giorno. A cura di Marco Michelli
Christian è un ex volontario dei VVF (e come tale appassionato al mondo della sicurezza). La sua idea di sicurezza parte da un presupposto preciso: l'addestramento è fondamentale. Perché, secondo lui il “saper fare” è cosa ben diversa dal “sapere”. Così nasce il sistema Safety First, un nuovo modo di fare addestramento per i lavori pericolosi e nello specifico per gli ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento, con l’utilizzo dell’UMA (Unità Mobile Addestrativa). Christian mi parla del suo lavoro con un modo di raccontare tipico di chi ci mette tutto se stesso. Perché per lui la sicurezza va messa prima di tutto.
- Hai richiesto di iniziare l’intervista partendo dall’importanza dell’addestramento. Perché?
L’obiettivo dell’addestramento dovrebbe essere quello di limitare il rischio legato ai comportamenti errati dell’operatore, mettendo in pratica le nozioni teoriche ricevute nella formazione in aula. In due parole: addestramento = saper fare. E l’addestramento risulta veramente efficace solo quando chi lo riceve è in grado di svolgere un'attività lavorativa in sicurezza, anche nelle condizioni emergenziali. In gergo tecnico si parla di "worst case", ovvero dell'importanza di ipotizzare sempre la "peggior situazione" verificabile in ogni circostanza.
Sulla base di questi presupposti è nato il brand “Safety First – La sicurezza prima di tutto”, che si occupa a 360° delle attività di formazione e addestramento in materia di sicurezza sul lavoro e sicurezza stradale.
- E con AiFOS hai sottoscritto proprio un accordo di collaborazione per promuovere il modello “Safety First”: di cosa si tratta?
La sicurezza sui luoghi di lavoro e la prevenzione degli infortuni è l’obiettivo del progetto “Safety First", particolare modalità di formazione itinerante per addetti che operano in ambienti confinati. Si tratta di un nuovo modo di fare addestramento, attraverso l'uso di uno speciale veicolo, l’Unità Mobile Addestrativa (UMA), vera e propria “palestra ambulante”, unica nel suo genere.
- Hai definito UMA una “palestra ambulante”: puoi spiegarci meglio?
L' Unità Mobile Addestrativa è un veicolo modulare trasformabile, in grado di svolgere 7 tipi di attività addestrative diverse tra loro (addestramento per lavori ad altezze superiori a 2m, gestione degli sversamenti chimici pericolosi, ecc..): dunque, non solo l’addestramento per attività in ambienti confinati, da cui è nata la collaborazione con AiFOS.
Inoltre, l’UMA è dotata di un sistema multimediale con telecamere ad infrarossi, che permette di riprendere l’attività addestrativa in tempo reale, consentendo ai discenti di osservare gli errori che certamente verranno commessi da chi è impegnato nell’addestramento. Dico “certamente”, perché l’UMA è stata progettata con l’idea di portare all’errore l'allievo, per valutarne le reazioni e la capacità di intervenire in sicurezza. Anche durante le situazioni di emergenza: infatti si ripetono gli esercizi addestrativi in presenza di fumo, per simulare condizioni di scarsa visibilità, o in presenza di musica ad alto volume in sottofondo, tale da eliminare la possibilità di comunicare verbalmente tra colleghi operatori, costringendo i discenti a ricorrere ad una comunicazione gestuale ben codificata. L’UMA è stata progettata per erogare sessioni di formazione-informazione addestramento itineranti sull’intero territorio nazionale ed è in grado di simulare differenti scenari, consentendo di effettuare molteplici esercizi di addestramento pratico direttamente sul luogo di lavoro del committente, riuscendo a coprire numerosi aspetti e criticità per la sicurezza che possono manifestarsi durante l’esecuzione di attività lavorative.
- E poi un altro punto di forza è rappresentato dal protocollo formativo, giusto?
Il 15 Aprile 2014 è stato siglato il Protocollo d'Intesa Safety First “Formazione itinerante per addetti che operano in ambienti confinati”, sottoscritto da U.T.G. PREFETTURE del Lazio, INAIL Direzione Regionale Lazio, UNINDUSTRIA, Regione Lazio-AUSL Dip.to Prevenzione sul lavoro, USR srl. Tale documento, disponibile sui siti istituzionali degli Enti suddetti, si è posto l'obiettivo di implementare un'attività formativa-addestrativa con l'intento di sostenere le imprese impegnate nel difficile compito di preparare e addestrare le proprie maestranze (siano esse operanti presso la propria unità produttiva od operanti direttamente presso il sito produttivo o residenziale del Committente).
- E la convenzione con AiFOS come si inquadra?
Sono trascorsi circa 5 anni da quando abbiamo ideato questo modello di addestramento. Con AiFOS vorremmo dare la più ampia rilevanza possibile al modello Safety First, usando l’Associazione come cassa di risonanza. La convenzione ha per oggetto la possibilità di erogare, per i CFA che vorranno accreditarsi Safety First Point, corsi di formazione e addestramento con l’utilizzo dell’UMA, secondo specifici criteri basati sul protocollo formativo pocanzi descritto (si richiede ad es. che un formatore/istruttore debba essere a sua volta abilitato da un corso addestrativo di 40 ore, oltre a possedere i requisiti di cui al D.Lgs. 06/03/2013).
Parliamo di un sistema di addestramento che ‘si muove’ verso le aziende, nel senso che è l’UMA ad andare fisicamente da loro, con un netto taglio dei costi diretti e indotti che il cliente normalmente dovrebbe sostenere.
- Cosa ti aspetti dall’implementazione dell’uso di UMA e dall’accordo con AiFOS?
Aderire al progetto attraverso l'accreditamento dei CFA a Safety First Point (il marchio risulta registrato a garanzia della unicità delle attività svolte) vuol dire promuovere una cultura della sicurezza tangibile, svolgendo una vera attività di formazione addestrativa, pienamente conforme alla vigente normativa. Questo può consentire ai professionisti e ai tecnici associati AiFOS di entrare in un nuovo business, magari ancora inesplorato, con un alto livello di competenze e professionalità.
- Difficile convincere i CFA?
Bisogna ricordare che, nell’ambito degli ambienti confinati, non esiste un programma formativo ben definito dalla normativa: dunque, chiunque può fare "quello che vuole", senza criteri generali. Noi ci facciamo riferimento ad un criterio avvalorato da tre enti di controllo.
- Criticità?
Il mercato della formazione purtroppo presenta basso un livello di qualità e, spesso, le aziende si adattano all’offerta formativa che trovano più facilmente, interessandosi esclusivamente all’ottenimento del “pezzo di carta”. E quando si parla di ambienti confinati e di lavori pericolosi, questo approccio diventa molto rischioso.
- Vedi una crescita culturale?
La crescita culturale comincia ad esserci, ma l’obiettivo è diffondere un nuovo modello di formazione e addestramento. Penso che si debba intervenire per cambiare la mentalità nelle aziende. Ricordo a titolo esemplificativo che in altri paesi europei l’addestramento nell’ambito dei DPI di III categoria viene fatto sul campo e non con i “pezzi di carta”. La differenza di risultati nella prevenzione degli infortuni è netta e il messaggio che ne consegue ha un forte impatto a livello sociale.
- Ci si arriverà?
Ci vorrà ancora del tempo. L'Italia, talvolta, mostra un livello di cultura per la sicurezza davvero insufficiente e gli infortuni rappresentati dagli spazi confinati ne sono una prova. Dubito che, specie nei lavori pericolosi, si possa vedere una cambio di mentalità in tempi immediati. Però bisogna porsi in modo positivo pensando che ad esempio solo 20 anni fa difficilmente si vedevano gli addestramenti periodici antincendio (per es. spegnimento di fuochi diversi con svariati estinguenti).
- Due parole sulla tua società:
Il nostro obiettivo è quello di fornire consulenze gestionali-operative in grado di risolvere un ampio spettro di problematiche, in un’ottica di lavoro basata sulla qualità, trasparenza ed attenzione alle singole realtà aziendali. Il principio della diversificazione delle competenze, che contraddistingue la nostra attività, consente la ricerca delle soluzioni più equilibrate ed efficaci per il cliente, garantendo la piena rispondenza tecnico/legislativa. Se dovessi fare un riassunto in poche parole, direi che la passione per il lavoro, la competenza maturata in tanti anni di esperienza, unitamente alla costante ricerca della massima soddisfazione del cliente sono le nostre caratteristiche distintive.
- Sogno nel cassetto?
Diffondere il modello Safety First in Europa. Uno degli obiettivi è quello di creare dei Safety First point, proprio come stiamo facendo con l’Associazione. E’, infatti, nostra intenzione abilitare circa 30 CFA diffusi sul territorio nazionale, che costituiranno a loro volta dei poli di attrazione per gli altri CFA.
- Come nasce il tuo impegno nella salute e sicurezza sul lavoro?
Sono un ex volontario VVF. Il lavoro in campo era un addestramento continuo: dunque, si può dire che provengo da un tipo di cultura che si sposa molto bene con l’equazione “conoscere = saper fare”.
Successivamente, laureato in ingegneria, mi sono specializzato in sicurezza degli impianti industriali. Dopo tanti anni di attività di consulenza nel mondo della sicurezza sul lavoro, a partire dal 2010 mi sono dedicato esclusivamente alla prevenzione degli infortuni nel campo dei lavori pericolosi.
- Quali le caratteristiche peculiari del tuo carattere?
Passionale nell’ambito lavorativo. Ci metto l’anima. Quando sono all’opera ricerco il 101% (spesso sacrificando la vita famigliare e sociale in genere…).
- Slogan?
La sicurezza prima di tutto. Sempre!
Lo Studio Sbocchi opera nel campo dei servizi, presso i privati ed in ambito pubblico, offrendo una dinamica consulenza in materia di Sicurezza, Ambiente e Salute nei luoghi di lavoro, Qualità ed Energia, con il costante supporto di tecnici qualificati del settore.
Le nostre principali caratteristiche sono:
“Safety First – La sicurezza prima di tutto”
Studio Sbocchi ha ideato il brand “Safety First – La sicurezza prima di tutto”, che si occupa a 360° delle attività di addestramento in materia di sicurezza sul lavoro e sicurezza stradale.
Safety First ha introdotto un nuovo modo di fare addestramento, creando uno speciale veicolo: l’Unità Mobile Addestrativa (UMA).
UMA è stata progettata per erogare sessioni di formazione-informazione addestramento itineranti sull’intero territorio nazionale ed è in grado di simulare differenti ambienti di lavoro.
La sua modularità e la sua flessibilità consente di effettuare molteplici esercizi di addestramento pratico e di raggiungere direttamente sul luogo di lavoro i lavoratori da addestrare, riuscendo a coprire numerosi aspetti e criticità per la sicurezza che possono manifestarsi durante l’esecuzione di attività lavorative.
Attraverso UMA è possibile addestrare i lavoratori per l’esecuzione in sicurezza delle seguenti attività:
-Attività svolte in ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento;
-Attività che comportano utilizzo di DPI di 3° categoria;
-Attività svolte ad altezze superiori ai 2 m;
-Lavori con accesso e posizionamento mediante funi;
-Lavori elettrici (addestramento pratico per PES/PAV/PEI);
-Gestione degli spandimenti chimici pericolosi;
-Utilizzo dei presidi antincendio e tecniche di estinzione incendi;
-Interventi di primo soccorso;
-Allestimento di cantieri stradali;
Tutte le sessioni di formazione e di addestramento sono tenute da docenti e istruttori di comprovata esperienza e di alta professionalità, in possesso dei requisiti previsti dalla normativa.
Per info www.studiosbocchi.it.
AiFOS - Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro
25123 Brescia, c/o CSMT Università degli Studi di Brescia - Via Branze, 45
Tel 030.6595031 - Fax 030.6595040 | C.F. 97341160154 - P. Iva 03042120984
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